L'Arcivescovo saluta il Consiglio comunale

Monsignor Saba ha incontrato l'assemblea nell'ambito della visita pastorale

Oggi il Consiglio comunale ha ricevuto l'arcivescovo Gian Franco Saba, in visita pastorale nella nostra città. Si è parlato di cittadinanza, cultura e accoglienza.
Il sindaco Massimo Mulas lo ha ringraziato per l'attenzione concreta che sta rivolgendo "verso una comunità che ha mille difficoltà e che sta provando a costruire e pianificare il futuro".
Al termine dell'incontro gli è stata donata una xilografia dell'artista turritano Giovanni Dettori dedicata alla Via crucis e intitolata Ecce homo.

INTERVENTO DI SALUTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE, FRANCO SATTA

Reverendo Monsignore, carissimo Padre Gianfranco in rappresentanza del Consiglio Comunale di Porto Torres, a nome di tutta la comunità turritana, desidero porgerLe i più sinceri e cari saluti di benvenuto.

Questo discorso di saluto prende spunto da una parola che Lei ha pronunciato nel suo primo discorso in occasione dell’avvio della visita pastorale a Porto Torres, questa parola è accoglienza.

Una parola che già nella sua etimologia contiene un potente messaggio, essa deriva da “accogliere”, cioè dal latino ad-cum-legere, “raccogliere insieme verso”.

Quindi non significa soltanto ricevere qualcuno con chiara dimostrazione di affetto, accoglienza significa anche accorciare le distanze, mettere a proprio agio, riconoscere e dare pari dignità.

Ovverosia esprime porsi in atteggiamento empatico, entrare in una relazione familiare, di accettazione, di approvazione e soprattutto di ascolto.

Porto Torres è una Città che, fin dalle sue antiche origini, quando ancora era denominata e conosciuta come Turris Libisonis, è stata propensa all’accoglienza, non solo in quanto città di porto che si affaccia sul Mar Mediterraneo, ma come luogo di passaggio, di arrivo e di accettazione delle diverse culture.

Per tale motivo la nostra terra fu il crogiuolo del Cristianesimo in Sardegna, infatti, già dal I secolo dopo Cristo, le parole del vangelo furono introdotte e diffuse dai molti cristiani confinati sull’isola, i quali, fondarono le prime solide comunità religiose e le prime diocesi.

Risale al 303 d.C. il martirio dei Santi Proto Gavino e Gianuario, uomini devoti, i quali piuttosto che abiurare la propria religione preferirono affrontare il sommo sacrificio.

Hanno perciò subito il supplizio che la Chiesa Cattolica definisce il “martirio rosso”, attribuito a coloro che hanno vissuto nell’amore di Dio e hanno preferito morire per la propria fede senza mai tradirla.

A conferma delle profonde radici religiose, è stata rinvenuta a Porto Torres una delle più antiche testimonianze epigrafiche della presenza di una comunità di cristiani in Sardegna.

Si tratta di un’epigrafe dedicata alla matrona Turritana Matera.

Sul marmo della sua tomba è stato inciso un lungo e appassionato elogio funebre che la descrive come benefattrice e punto di riferimento per la comunità cristiana della città.

Essa fu un faro guida dei primi cristiani di Turris Libisonis e un fulgido esempio di accoglienza.

Nel suo epitaffio è scritto che aiutava tutti come se fossero sui figli, si occupava degli stranieri, delle madri e degli indigenti.

Fu un modello anche dal punto di vista spirituale, perché anche nei momenti più difficili non ebbe paura della morte e confidò sempre nella divina provvidenza.

In epoca medievale la città prese il nome di Torres, divenendo la residenza dei Giudici e centro di governo, in questo periodo la Sede Vescovile fu elevata al rango di Sede Metropolitana del Giudicato di Torres.

Si deve a Gonnario Comita, il fervido credente Giudice di Torres, l’avvio della costruzione della chiesa romanica più antica e più grande della Sardegna dedicata ai Protomartiri Proto, Gavino e Gianuario.

La Basilica di San Gavino, l’antica Sede Episcopale e le cumbessias risultano oggi all’interno di un ampio complesso monumentale, magnifico esempio di architettura, uno dei più significativi del patrimonio artistico della Sardegna.

Porto Torres fu sede episcopale dal 448 d. C. al 1441 d. C. anno in cui il vescovo, autorizzato da Roma, traslò definitivamente la sede a Sassari.

Possiamo pertanto affermare senza timore di smentita che la sede arcivescovile che Lei Monsignore rappresenta come guida della comunità cristiana, fu la prima ad insediarsi a Porto Torres e l’ultima a lasciare la nostra Città.

Le vicende storiche narrano che la Città diventata indipendente dal punto di vista amministrativo nel 1842, quando nasce il Comune di Porto Torres.

Però è quella del 1885 una data da ricordare, poiché si tratta di uno degli anni più tormentati della storia di Porto Torres, allorché il governo istituì una colonia agricola e un lazzaretto sull’isola dell’Asinara allontanando tutti i suoi abitanti.

Interi nuclei familiari formati in massima parte da sardi, liguri e campani, che componevano la comunità “Sinarischa”, furono espulsi dall’isola, perciò tante famiglie vennero accolte e integrate nel tessuto urbano e sociale di Porto Torres, dove sono tuttora residenti.

Nel 1960 in seguito al fiorente sviluppo industriale il nostro Comune è stato onorificato del titolo di Città.

Il “miracolo economico” ha attirato ed accolto a Porto Torres lavoratori da tutta la Sardegna e dalla penisola, la città è cresciuta fino a raggiungere i 22mila abitanti. 

Ecco che torna alla ribalta il termine accoglienza, accogliere una parola tanto cara a Lei Eccellenza quanto al Santo Padre Papa Francesco che in occasione di un suo autorevole discorso ha esortato ed incoraggiato i fedeli a diffondere “il buon profumo dell’accoglienza e della solidarietà, laddove prevalgono spesso gli egoismi personali e collettivi”.

Nella nostra Città ammirevoli esempi di accoglienza e solidarietà sociale sono davanti a noi tutti i giorni, e sono portati avanti dai numerosissimi volontari che appartengono alle associazioni civili e religiose che agiscono insieme e collaborano attivamente ponendo al primo posto il bene comune.

Con lo stesso spirito, e lo affermo senza il timore di smentita, questo consiglio, a partire dalle dichiarazioni programmatiche espresse nella seduta di insediamento, consapevole della difficile situazione politica e sociale che la nostra comunità sta attraversando, ha operato, nel rispetto dei ruoli politici, ed agito con responsabilità e spirito di servizio.

Pertanto sia la maggioranza, sia la minoranza presente in Consiglio, si sono fino ad ora confrontate accogliendo e condividendo proposte e iniziative utili al bene della comunità, superando le barriere partitiche, nell’esclusivo interesse dei cittadini e delle necessità della nostra collettività.

Per questo mi sento orgoglioso di rappresentare questo consiglio.

Ed è a nome di questo consiglio, che Lei Eccellenza ha onorato con la Sua gradita presenza, che Le rinnovo il nostro caloroso benvenuto giacché si tratta di un gradito ritorno a casa, in una città abitata da persone fiere del proprio passato e tenacemente rivolte alla costruzione di un futuro di pace e prosperità.

Siamo tutti consapevoli del fatto che abbiamo ancora un lungo cammino da compiere e sfide difficili da affrontare, ci appresteremo a farlo avendo come imprescindibile riferimento la Sua preziosa parola di tessitore di dialogo, che diffonde il dono dell’accoglienza e della cristiana solidarietà.

Concludo pregandola Eccellenza Reverendissima, di considerare paternamente noi tutti, donne e uomini che formano questo Consiglio Comunale, come una parte importante della sua nuova famiglia.

Porto Torres, 28/01/2022

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